La nuova me: non fingere di essere diversi ma apprezzare la vera bellezza

La nuova me: diversa perché?

L’altro giorno casualmente mi sono imbattuta in programma di Mtv: Plain Jane: la nuova me.
La conduttrice, Louise Roe (giornalista, conduttrice televisiva e modella) guida giovani ragazze ad una nuova consapevolezza di sé, a riprendere fiducia e acquisire autostima. Oggettivamente l’obiettivo posto dal programma può risultare utile, sia per chi ne è diretto/a protagonista, sia per chi ne è spettatore.

Ma i mezzi? Quali sono gli stimoli, gli stereotipi usati per raggiungere questo scopo?
Devo dire che alla fine del programma ero piuttosto infastidita, stizzita quasi, per il messaggio e l’immagine che il programma offre agli spettatori, spesso nell’età adolescenziale, periodo nel quale -ci siamo passati tutti e tutte- dove l’accettazione del sé passa attraverso il proprio essere esteriore e anche da parte del gruppo dei pari.

Il programma è come tanti altri, ma cosa mi ha spinto a sedermi davanti alla tastiera e scrivere questo post?
Come ho detto, quello che ho rilevato preoccupante sono gli stereotipi e i messaggi che passano.
Ad esempio, al termine dell’episodio in questione, la protagonista Ayanti subisce una vera e propria trasformazione, ma dove è andata a finire Ayanti?
Video Plain Jane: Nuova me
Il messaggio che passa è quello di dover essere diversa per poter ritrovare fiducia e conquistare il ragazzo che le piace.
Ma questo non è un percorso di accettazione, ma di trasformazione, travestimento, di finzione: fingere di essere diversa da te stessa perché così come sei non vai bene!

Inoltre, emerge anche una versione del mondo maschile che riduce la conoscenza dell’altro solo attraverso ciò che appare e non ciò che é.

Credo sia riduttivo tutto ciò, la fuori ci sono persone, che ci sanno e vi sanno apprezzare per quello che siamo e come siamo. Le prime persone che possono fare questo passaggio siamo noi. Avere cura di sé, scoprire la propria femminilità, apprezzare il proprio corpo è un processo che richiede un livello di accettazione di sé come persone in quanto unico modo utile per imparare a volersi bene. Prendere coscienza del proprio corpo, della propria femminilità (o virilità) è un percorso che non implica il dovere essere diversa/o.

La bellezza di una donna non risiede nell’estetica, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima. È la preoccupazione di donare con amore, la passione che essa mostra.
Audrey Hepburn Voi che ne pensate?